Pacem in terris: a Venezia, scuola Grande di San Rocco, il Consiglio veneto ha presentato il lavoro di 37 giuristi, guidati da Mario Bertolissi, che rilegge 60 anni dopo l’eredità dell’enciclica di papa Giovanni XXIII

30 ottobre 2023

(Arv) Venezia 30 ott. 2023 -  “Perché rileggere oggi la Pacem in terris a Venezia? Perché Venezia è stata la sede patriarcale retta da Angelo Roncalli, incrocio di storia e di civiltà, da cui il futuro papa Giovanni XXIII ha preso le mosse per un pontificato profetico, che ha cambiato la storia della Chiesa e del mondo contemporaneo”. Così il costituzionalista Mario Bertolissi, autore del libro corale ““Pacem in terris, Costituzioni e Carte dei diritti” che raccoglie la ‘rilettura’ dell’enciclica da 37 giuristi e accademici delle scienze storiche e sociali, ha inquadrato la presentazione del volume con un convegno pubblico, nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, promosso dal Consiglio regionale del Veneto, insieme al Dipartimento di diritto internazionale dell’Università di Padova e al Centro studi Livio Paladin, e moderato dal giornalista Giampiero Beltotto, presidente del Teatro stabile del Veneto. “Di fronte alla drammaticità dei tempi attuali – ha aggiunto Bertolissi – la lettera del papa offre un compendio di diritto internazionale, un ordine fondato sul rispetto della dignità di ogni persona. Se in questi sessant’anni l’avessimo letta e compresa, oggi il mondo avrebbe qualche problema di meno”. “La Pacem in terris è un manifesto per il nuovo mondo – ha evidenziato il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti – che sollecita tutta l’umanità e la responsabilità di ogni classe dirigente. Non è stato un messaggio compreso 60 anni fa e rischia di ancora di passare sotto silenzio. Per questo il Consiglio regionale ha inteso promuovere l’operazione culturale ideata dal professor Bertolissi e rilanciare il dovere di riflettere su questo documento di grande novità e modernità”. Concepita in un momento di grande tensione internazionale, quando il mondo si trovò sull’orlo di una terza guerra mondiale per la crisi dei missili a Cuba disinnescata da un telegramma del papa ai leader delle due grandi superpotenze Kennedy e Kruscev – ha ricordato lo storico della Chiesa Alberto Melloni, docente all’università di Modena e Reggio Emilia – l’enciclica di papa Roncalli infrange la tradizionale posizione di neutralità della Chiesa, afferma che la guerra è “una follia nell’era atomica” (espressione passata sotto silenzio per decenni, fino alla ‘Fratelli tutti’ di papa Francesco), sposa l’ordinamento democratico e ribadisce che la titolarità dei diritti sta nella persona, non nello stato”.

“Per chi lavora ogni giorno con le regole, per governanti e giuristi, la Pacem in terris rappresenta un messaggio attuale sul piano politico – ha spiegato il giurista Tommaso della Massara, docente dell’università Roma Tre – capace di intrecciare l’ordinamento dei cristiani e quello secolare, con un impianto fondato su alcuni pilastri (verità, giustizia, fiducia sociale) e sull’ordine democratico”.

Concetti ripresi con diversi accenti da Aldo Schiavone, docente dell’università La Sapienza di Roma, che ha sottolineato la ‘forza profetica’ del messaggio giovanneo che supera il concetto di ‘stato’ e della cultura giuridica del Novecento e afferma la centralità dell’uomo, inteso nell’interezza e nella pluralità della specie umana, e del ‘bene comune universale’.